Sabato 29 giugno, fortissime supercelle sull’alto Canavese

Giugno 2024 sulle regioni italiane settentrionali è stato un mese fortemente condizionato dalle frequenti perturbazioni che hanno colpito tutte le regioni, portando molta pioggia. Le temperature, almeno fino a quel momento, si sono mantenute distanti dal grande caldo che avremo poi sperimentato nei successivi mesi di luglio e agosto 2024. Nonostante questi elementi che, almeno apparentemente, avrebbero dovuto recitare a sfavore di un’evoluzione particolarmente severa di eventuali sistemi temporaleschi, nella serata di sabato 29 giugno un violentissimo temporale ha colpito la fascia prealpina del Canavese, a nord-ovest di Torino. Lo sviluppo di questo temporale che a tratti ha avuto anche caratteristiche di supercella, è stato favorito da una risalita di aria calda che nei giorni precedenti aveva interessato il sud e il centro Italia. Parte di quest’aria calda, seppur inserita in un contesto depressionario, è riuscita a spingersi verso l’Italia settentrionale, interessando la Valpadana fino al Piemonte occidentale, lungo il lato ascendente di una saccatura.

Questo “soffio” di aria calda ha quindi innalzato alcuni importanti parametri temporaleschi, concorrendo allo sviluppo di due intensi temporali a supercella. Ai medi livelli dell’atmosfera il vento soffiava molto forte dai quadranti meridionali, impedendo alla prima, violentissima supercella di effettuare la classica deviazione a destra, un comportamento tipico di molte supercelle. Il temporale quindi si è mantenuto a ridosso dei rilievi montuosi, colpendo violentemente i paesi di San Maurizio Canavese, Rivarolo Canavese, Castellamonte, recando grossi danni alle infrastrutture. Moltissime automobili sono state danneggiate dalla grandine che ha raggiunto grosse dimensioni.

 

Ho osservato lo sviluppo e l’evoluzione di questo violento temporale poco a est di Ivrea. Il cumulonembo ha attraversato le montagne e la fascia collinare adiacente la pianura, muovendosi spedito da sud a nord, accompagnato da fortissima attività elettrica. In pratica il cumulonembo era acceso come una lampadina. Sono riuscito a riprendere le strutture tipiche di una massiccia supercella, con un grosso updraft compatto, le striature del mesociclone e la clear slot sul bordo destro del mesociclone.

Un secondo temporale a supercella nel cuore della notte ha percorso un tragitto molto simile a quello della prima cella, forse spostato giusto qualche chilometro in più verso est, quindi verso le pianure ma mantenendosi sempre molto vicino alle Alpi. Questo temporale in atmosfera più limpida e asciutta ha mostrato delle belle fulminazioni.

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