Le due supercelle piemontesi di sabato 28 luglio 2012
La giornata di sabato 28 luglio a livello puramente sinottico contemplava l’avvicinamento alle regioni nord-occidentali del lato ascendente di una saccatura. La saccatura era legata all’ingresso in Europa di una bassa pressione con perno principale sul Regno Unito.
Il dubbio principale era legato alla possibilità o meno che la convezione potesse innescarsi. Se da una parte infatti, il potenziale era alto per via della grossa energia disponibile per la formazione di temporali, da un lato il problema principale era legato alla presenza di un grosso “tappo” di aria calda a 850hpa che rendeva impossibilitata la pianura a generare convezione.
Questa sorta di “tappo” atmosferico, in gergo tra i cacciatori di temporali definito “cap” (atmosfera cappata) non è mai riuscito a riassorbirsi completamente sulle zone di aperta pianura. Troppo scarso l’affondo della saccatura per pretendere la formazione di temporali diffusi su vaste aree.
Tuttavia nelle zone poste a quota più elevata, l’handicap legato alla presenza di aria troppo calda in quota è stato facilmente aggirato ed i temporali hanno avuto modo di formarsi durante le ore serali.
L’aria fredda legata alla depressione è rimasta ben lontana dai confini italiani, limitandosi ad investire la Francia. I temporali si sono formati solo grazie all’azione di risucchio data dalla differenza di velocità tra il forte getto sui 5000 metri e quello più debole attorno ai 1500 metri. Questa differenza di velocità tende naturalmente a creare un vuoto di pressione tra la quota più bassa e quella più alta. Questo processo innesca convezione e quindi la formazione di temporali.
L’alto potenziale energetico presente quel giorno sul Piemonte è stato sufficiente a “rompere”, bucare il tappo caldo lasciato in eredità dall’anticiclone innescando due celle temporalesche. Il wind shear presente quel pomeriggio nel Piemonte occidentale era eccellente per sostenere la formazione di supercelle.
Il primo temporale supercellulare si è formato all’ora del tramonto vicino ad Ivrea. I venti sud occidentali a media quota hanno poi trascinato questo temporale sin verso Santhià dove l’inversione termica era già troppo forte. Superato Santhià il temporale si è dissolto nel giro di poche decine di minuti.
La seconda supercella si è formata poco a nord-ovest di Torino viaggiando anch’essa verso nord-est. Anche questa supercella una volta raggiunta la località di Borgo d’Ale è evaporata all’interno dell’aria troppo calda presente in pianura, dissolvendosi.